Si inaugura domenica 13 febbraio 2011, presso gli spazi espositivi del Caffè Trieste in Ronchi dei Legionari, la mostra fotografica intitolata: “I nuovi guardiani” di Mauro Paviotti curata da Fabio Rinaldi per triestèfotografia.
Caffè Trieste, piazza Guglielmo Oberdan, 1, 34077 RONCHI DEI LEGIONARI (Gorizia)
Tel: No. +39 0481 777000 Periodo: 13 febbraio 12 marzo 2011
Inaugurazione: Ore 11 00 domenica 13 febbraio 2011
Orarie visite: dal martedì alla domenica; ore 10.00 – 23.00 – lunedì chiuso
COMUNICATO STAMPA
I NUOVI GUARDIANI
“All’alba del terzo millennio le cose sulla Terra cambieranno.
Troppa miseria, troppe guerre, troppa ignoranza.
Da lontani mondi verrà qualcuno che la nostra mente non poteva immaginare…, a vigilare i sopravvissuti, nel bene e nel male”.
Portare il fardello della conoscenza. Scrutare nel buio, attraverso il moto ciclico del tempo e dello spazio. Osservare le spire del futuro, mentre si dipanano chiare nella mente: attraverso un presente involuto, frutto di secoli di malpotere e di idoli forgiati da deliri mediatici, eretti grazie al sonno della ragione. I sensi allenati a cogliere l’odore della paura, graffiati dall’urlo silenzioso della solitudine, scossi dallo sdegno. Avvolti dalla pietas, l’attenzione compassionevole verso un’umanità ostinata e autolesionista.
Ecco i Nuovi Guardiani di Mauro Paviotti: hanno la grandiosità dolente della tragedia classica e la fragilità incantata di creature aliene. I corpi serrati e le membra contratte attualizzano in brevi flash l’iconografia greca e romana, quasi a creare un sequel dagli esiti inaspettati: l’adagiarsi mai domo del Galata davanti alla morte, l’incedere dell’eroe di fronte alla divinità , si mescolano alla disincantata consapevolezza dei secoli successivi. Finita l’orgogliosa e un po’ ingenua affermazione della propria identità , le pulsioni dell’inconscio vibrano, destabilizzani, reclamando attenzione. Allora i corpi si curvano, le braccia si ritraggono, le bocche si distorcono senza suono, le teste si chinano sotto l’onta del malcostume e dell’umana violenza.
Elmi, reti e armature dalle elaborate e tecnologiche strutture, proteggono il corpo dei Guardiani, ma la loro mente resta esposta alle frecce acuminate dell’altrui sofferenza, permeabile a tutto il dolore del mondo. Una bolla pulsante, da cui difendersi, da cui difenderci. Senza bisogno di trasformarsi in guerrieri, santi o eroi, di quelli è piena la storia, ma opponendo la forza dell’empatia e della ragione.
Gli occhi, “specchio dell’anima” sono coperti, manca l’Altro, complice e consapevole, in cui specchiarsi, con cui poter condividere il basto della pena, al quale svelare, con sussurri e grida d’allerta, ciò che verrà , quello che è inscritto tra le stigmate di un pianeta eroso da qualunquismo e avidità .
Paviotti attraverso la fotografia urla il suo sdegno profetizzando lo sciagurato declino umano, ma da artista e sognatore non si esime dall’immaginare la cura, schierando in campo i suoi carismatici dei ex machina, antidoto all’apatia e alla rassegnazione.
Lorella Klun
I NUOVI GUARDIANI 1997-2010.
Mauro Paviotti nasce a Palmanova nel 1956.
Dopo un breve trascorso pittorico sotto la guida del prof: Carlo Patrone inizia ad occuparsi di fotografia dal 1982, prediligendo i generi ritrattistico e di reportage. Con mostre personali e collettive ha esposto in numerose gallerie italiane ed estere tra cui la Galleria d’Arte Contemporanea LipanjePuntin, il Museo della Città di Udine, la Galleria La Masa-Bevilacqua. Le presenze pi๠significative sono state nel 1991 alla IV Biennale di Cordoba
e nel 1995 alla XLVI Biennale di Venezia. Nello stesso anno è stato premiato dall’Italian Art Directors Club per le immagini realizzate a favore della Lega Antivivisezione della campagna istituzionale L’uomo è una bestia. Nel 1994 ha realizzato le immagini della campagna pubblicitaria nazionale del Bo.Bi. Boicottiamo il Biscione. Nel 1996 ha esposto al Forte Belvedere di Firenze e a Milano al Castello Sforzesco. Sue opere sono conservate presso il Museo Nazionale Alinari di Firenze, gli archivi del CRAF di Spilimbergo, la Fondazione di Venezia e presso collezioni private. Tra gli altri, di lui hanno scritto Francesco Tullio Altan, Charles-Henri Favrod, Sergio Maldini, Paolo Maurensig, Italo Zannier.
La mostra, curata da Fabio Rinaldi per triestèfotografia al CAFFE’ TRIESTE, resterà visibile
sino a tutto il 12 marzo 2011 ogni giorno esclusi i lunedì, dalle ore 10.00 alle ore 23.00